mercoledì 31 marzo 2010

In via Torino,a Milano, il palazzo che respira

Il progetto del nuovo negozio del marchio Geox a Milano

Essendo impossibile un dialogo con le preesistente si è scelto un approccio che portasse ad un risultato che rivalorizzasse non solo l’edificio in sé ma tutto il tratto di Via, un nuovo riferimento, un Landmark riconoscibile ed identificativo comunque mai sovrastante o eccedente sul contesto.
La proposta è stata quella di creare su tutta la facciata dell’edificio uno scenario sempre mutevole e dinamico cosi come è la città di Milano e di riproporre i colori morbidi, caldi e scintillanti delle stagioni. La necessità di risolverne invece i suoi problemi come l’inquinamento, la congestione e cementificazione hanno ispirato l’idea di associare la superficie del fabbricato a quella delle foglie autunnali di albero. Quindi una facciata naturale, ecologia, che respira… L’insieme del tutto ha portato ad un’immagine vibrante, contemporanea ricca di significato e di forte impatto emotivo.

La realizzazione del concept originario ha previsto la demolizione di tutto l’involucro architettonico preesistente preservando solamente la struttura portante in cemento armato poi riconsolidata ed adeguata alle nuove esigenze.
La nuova facciata è stata costruita con tecniche a secco ovvero prevedendo un’intelaiatura in carpenteria metallica di base che fosse di supporto contemporaneamente sia per i serramenti che per le superfici murarie opache. Infatti sia esternamente che internamente l’involucro è stato rivestito in pannelli di acquapanel più l’isolamento “traspirante” in lana minerale interposto tra gli stessi. Il processo cosi ingegnerizzato ha permesso tempi e costi contenuti specie se confrontati con le tecniche tradizionali e inoltre la possibilità di prevedere la sovrastruttura per l’alloggiamento della seconda facciata in carpenteria.
Il tutto è stato successivamente trattato con intonaco fotocatalitico a base di biossido di titanio con proprietà chimiche tali da permettere la trasformazione degli agenti inquinanti presenti nell’aria in polvere e quindi lasciare la facciata pulita per un periodo di tempo superiore alla media.

La seconda pelle traspirante è una schermatura dalla tripla funzione. E’un filtro solare, un correttore ottico e uno scambiatore termico. I pannelli in lamiera microforata ottemperano alla prima funzione tramite un dispositivo elettrico computerizzato che permette di interagire individualmente con la schermatura andando a scegliere l’opportuna inclinazione del pannello a seconda del’incidenza del sole.
La micro foratura è un espediente che permette un cambiamento percettivo dell’oggetto a seconda della distanza da cui si osserva. La superficie è completamente opaca se osservata da distante. All’interno dell’edificio invece il pannello diventa trasparente come una tenda.
Con i pannelli in configurazione completamente chiusa, le correnti che si incanalano attraverso i grigliati metallici interpiano nascosti dietro la seconda pelle, per effetto tubo venturi, creano una lama d’aria ascensionale espellendo in copertura l’aria calda migliorando quindi il raffrescamento estivo mentre nei periodi invernali le stesse aumentano l’inerzia termica dell’involucro.
Qualsiasi scelta di materiale è stata fatta affinchè l’intero involucro edilizio fosse completamente smontabile, facilmente mantenibile e riciclabile e naturalmente in classe energetica A.
La facciata non è più quindi una semplice composizione architettonica ma una vera tecnologia basata su principi naturali a basso impatto ambientale a disposizione dell’edificio stesso e degli inquilini che ve ne faranno uso.
Le scelte sull’illuminazione hanno cercato di esaltare il pregetto ricorrendo a un “gioco” scenografico simile a quello realizzabile con il tulle teatrale. Che, se illuminato anteriormente, rivela la sua presenza e nasconde quanto è situato dietro; se illuminato posteriormente, “scompare” e mostra, in una trasparenza un po’ offuscata, quanto è collocato in secondo piano. In questo caso, allo stesso modo, si è pensato a due tipi di illuminazione. Una esterna, che “bagna” di luce l’involucro di pannelli microforati e ne esalta i colori autunnali. Un’altra, interna, che illumina la vera parete esterna dell’edificio, domando alla pelle metallica la trasparenza di un velo.
Ultimo elemento a coronamento della forte identità del concept è da considerarsi l’aggiunta della statua sullo spigolo dell’edificio. E’ la volontà di portare l’arte in strada, con cambi stagionali o annuali delle opere d’arte in cui si potrà avere l’occasione di inventare mostre dedicate all’articolo e comunque all’arte contemporanea esposta come segnale e riferimento culturale del “breath bulding”.
Foto© Dante O. Benini & Partners Architects
Dante Benini

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